poche foglie per volta il ciliegio
verserà sul prato e sul monte,
acquei recinti avrà la casa
e brividi e spogli mattini.
Poche dolci parvenze a me dintorno
nei risvegli puri d’autunno.
Guaito, certe le palpebre e i passi,
mi svilupperò dalla notte.
Musco e musco vorrà ritrovarmi,
moto splendido audace
m’aggirerà da lungi, oltre il tintinno
di vetri e venti ch’io lasciai fuor di casa.
Al di là dei pensieri distrutti
dall’instabile acerbo me stesso
conoscerò il rigoglio delle cose,
che s’irradiano nella mia mano:
dello scoiattolo gli stratagemmi
o l’arguto mento del bosco
o la nota rosa del cielo
nel cui riflesso bionda tu a me torni?
L’aria immagine tua pungerà il nudo cupore
e la lingua rimossa dall’essere muta
una melodia disperata dal sole.
ANDREA ZANZOTTO
martedì 11 novembre 2008
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