venerdì 30 gennaio 2009

Non concede che intatti silenzi
questa bellezza in nero e bianco
e nuvole trasparenti, se anche loro,
loro i tuoi sosia, pedinandoti
per anni, attraverso altre facce,
altre paure
qui, nel vetro dell’aria
visibili finalmente come vuoi
solo frammenti di vita,
sussurro di memorie o forse
un rimorso dissimulato appena,
ma infine apparsi
per una minima slogatura del tempo
a lasciare segnali da un’ora
che già non ti appartiene e che sai,
ne sei certo, mai più si salderà
a ogni tuo immaginabile domani.
GIORGIO DEVOTO

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