domenica 23 agosto 2009

Padre, se anche tu non fossi il mio
padre, se anche fossi a me un estraneo
per te stesso egualmente t'amerei.
Ché mi ricordo d'un mattin d'inverno
che la prima viola sull'opposto
muro scopristi dalla tua finestra
e ce ne desti l novella allegro.
Poi la scala di legno tolta in spalla
di casa uscisti e l'apoggiasti al muro.
Noi piccoli stavamo alla finestra.

E di quell'altra volta mi ricordo
che la sorella mia piccola ancora
per la casa inseguivi minacciando
(la caparbia aveva fatto non so che).
Ma raggiuntala che strillava forte
dalla paura ti mancava il cuore:
ché avevi visto te inseguire la tua
piccola figli, e tutta spaventata
tu vacillante l'attiravi al peto,
e con carezze dentro le tue braccia
l'avviluppavi come per difenderla
da quel chattivo ch'era il tu di prima.

Padre, se anche tu non fossi il mio
padre, se anche fossi a me un estraneo,
fra tutti quanti uomini già tanto
pel tuo cuore fanciullo t'amerei.

CAMILLO SBARBARO

Nessun commento: