sabato 7 giugno 2008

Finalmente ho capito
perché amo il mio orto:
perché lì vorrei fosse
sepolto il mio corpo.

Solo i resti disciolti
di quel corpo da morto,
adibiti a nutrire le più varie
verzure, vita nuova vivranno
quali parti integranti
di straniere creature.

L’aldilà delle anime
(se mai ve n’è uno)
sta nei cieli nebbiosi.
Tra vaghe speranze
punteggiate di mine
Ma io che amo il concreto,
e i suoi succhi secreti
penso al corpo dell’orto.

All’aldilà del concime.
FRANCO MARCOALDI

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