domenica 22 giugno 2008

Verso la luna che da poco è sorta
e riannoda le tue selve raminghe
ora più vaghe
e sporgono i tuoi tetti dall’orto,
a la finestra guarda l’odoroso
meandro dove anche è il canto fioco
dell’assiolo fuggito in altri boschi.
Nella penombra pesano le bacche
di mirto, un raggio le calpesta dove
le togliemmo stasera, un passo infrange
l’acqua colta nei forati e rifiorita.
E vive più del tuo sogno adorato
in questa folta tenebra la notte,
e nel freddo dei rami
e sull’argento dove spira il cupo
fiumicello del vento
più che fra le pie mura reclinati
visi delle fanciulle inconsapevoli.
ALESSANDRO PARRONCHI

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