Come lo conosco bene questo sentiero,
questa casa tanto bassa.
Ho avuto anni pieni di sventure,
quindi anni di irragionevole fuoco.
E sempre mi ricordavo del tempo trascorso al villaggio
della mia campagna celeste.
Non ho cercato riposo né gloria,
così provvisorio è il loro rifugio.
Per questo, quando gli occhi mi si chiudono,
non vedo altro che il focolare di una volta
e il mio giardino a macchie azzurre
e l’agosto silenzioso appoggiato alla siepe.
I tigli custodiscono tra le braccia verdi e vellutate
il canto e il lamento degli uccelli.
Quanto lo amavo questo casolare di legno,
nelle sue travi era come se dormisse una forza minacciosa
mentre la stufa con voce selvaggia e bizzarra
urlava nelle notti di pioggia.
…………………..
Ma il sogno dolcissimo è morto
tutto svanisce in una nebbia azzurra.
Pace su te, nebbia dei miei campi,
pace su te, povero casolare di legno!
SERGEJ ALEKSANDROVIČ ESENIN, TR. CURZIA FERRARI.
giovedì 5 marzo 2009
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