lunedì 16 marzo 2009

Una volta, dopo aver lievenente barcollato sull’orlo
di tutto ciò che è, avvertii nel corpo
la presenza di un’irreparabile ombra,
che da qualche parte incalzava la mia vita.

nessuno sapeva, solo il quaderno bianco
si era accorto che avevo spento le candele,
accese per la creazione della parola:
senza di loro non mi dispiaceva morire.

Così soffrivo! Così dappresso mi avvicinai
alla fine delle pene! Non pronunciavo nemmeno
una parola. Ma questo semplicemente cercava
l’anima di un’altra età che non era cresciuta.

Mi accinsi a vivere e vivrò a lungo.
Ma da quel momento, io sofferenza terrena
ciò che non è stato da me decantato.
Tutto il resto lo chiamo beatitudine.

BELA ACHMADULINA, TR. DONATA DE BARTOLOMEO.

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