mercoledì 2 dicembre 2009

EROS E PSICHE

Mare nero impetuoso sbatte addosso
La vita degli altri. Qualunque cosa tu affermi nella notte
Dio la trasforma. Leggere vanno le case
Alcune arrivano con le luci accese
L'anima dei morti se ne va (dicono)

Ah chi sei tu che chiamano anima ma a cui né l'aria
Ha mai dato consistenza né mai corpo ti
Ha toccato al passaggio
Quale balsamo o quale veleno versi che

In tempi pasasti la gentile Diotima
Con canti selenti arrivò a mutare
La mente dell'uomo e il corso delle acque di Svevia*
Così chi si ama si scopre di qua e di là

Delle due stelle e di un solo destino

Ignara sembra essere la terra anche se
Non lo è. Sazia i diamanti e di carbone
Sa però parlare e là dove la verità approda
Con rimbombi sotterranei o sorgenti di grandi purezza
Viene a confermartelo. Chi? Cosa?

L'unica cosa che affermi e Dio non trasforma
Quel qualcosa d'imprecisato che nonostante tutto
Esiste dentro il Vano e il Nulla.


* Perché la figlia di Giove lui
Lottava contro le Arpie
E con devozione firmava: Scardanelli.

ODISSEAS ELITIS, TR. NICOLA CROCETTI

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