L'autunno spoglia gli alberi, già il freddo
avanza; fuoco occorre.
Tu strascichi a fatica, tu, da sola,
la stufa, come allora
nei giorni di una volta, quando, cara,
non ti stringevo al peto,
non bisticciavo, quando non sapevo
che non ero con te.
Più tace, e più la notte è lunga, il mondo
più è grande e più atterrisce.
Cuci: non puoi cucire la coperta
comune, se è disfatta.
Tra i rami nudi stelle ardono, fredde.
Tu sogni ancora? Dormi.
Rannìcchiati, che anch'io dormo da solo.
Non serbarmi rancore.
ATTILA JOZSEF, TR. UMBERTO ALBINI
martedì 1 dicembre 2009
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