Le voci più dolci sono quelle
per sempre mute, quelle che si ascoltano
solo dentro il cuore triste a lutto.
Povere e timorose tornano nei sogni
le malinconiche voci,
e riportano alla memoria, così debole,
i cari morti, che la fredda fredda
terra ricopre, per loro non splende mai
con un sorriso il mattino,
né fiorisce la primavera.
Piangono le voci melodiose, e nell’anima
riecheggia la prima poesia della vita –
come una musica notturna, lontana.
COSTANTINO KAVAFIS, TR. GIUSEPPE D’AMBROSIO ANGELILLO
giovedì 22 aprile 2010
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