Se c’è qualcosa da cantare è il cambio del vento
quando da ovest si fa a est, e, gelando, la fronda
a sinistra si sposta, con scricchi di malcontento,
e la tua tosse sulla piana vola ai boschi del Dakota.
A mezzogiorno si può impugnare il fucile e a ciò che nel campo
Sembra una lepre sparare, con quel colpo aumentando
La frattura tra la penna che muovendosi a contrattempo
lascia tracce nere. A volte mano e testa
si fondono, senza diventare verso,
ma al suono della tua propria voce, rotolante sull’erre,
tendendo l’orecchio, come parte di un centauro.
JOSIPH BRODJKIJ, TR. GIOVANNI BUTTAFAVA
lunedì 24 maggio 2010
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