lunedì 24 maggio 2010

Se c’è qualcosa da cantare è il cambio del vento
quando da ovest si fa a est, e, gelando, la fronda
a sinistra si sposta, con scricchi di malcontento,
e la tua tosse sulla piana vola ai boschi del Dakota.
A mezzogiorno si può impugnare il fucile e a ciò che nel campo
Sembra una lepre sparare, con quel colpo aumentando
La frattura tra la penna che muovendosi a contrattempo
lascia tracce nere. A volte mano e testa
si fondono, senza diventare verso,
ma al suono della tua propria voce, rotolante sull’erre,
tendendo l’orecchio, come parte di un centauro.

JOSIPH BRODJKIJ, TR. GIOVANNI BUTTAFAVA

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