sabato 9 febbraio 2008

LA NATURA

Dall'alba alla sera
consumati da una preghiera
acre quaggiù guardando
l'inganno delle nostre mani magre
il sorriso della materia nel tremolio
di chi muore e sogna le parole
di Dio nello spazio infervorato;
il tempo sciogliersi nel creato
inano e ne' corpi materni
sicuri, dolcemente creduti eterni.

Ne' prati la primavera
ha fatto di sé erbe, di sé fiori odorati
nell'aria e affetti illimitati
nel cuore della donna solitaria,
cui volano accanto i venti da lontani mari
col sospiro di alberi scomparsi,
il fiato d'erbe ora diverse
pur mortali, il palpito di vele sommerse
nelle vene della natura inquieta
trascorso dalla volontà di Dio, tutta lieta.
MARIO LUZI

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