mercoledì 26 marzo 2008

Così rispettata,tutta circondata di cure,
tutta piccoli garresi, tutta aria e attenzioni,
tutta che si sbriciola, tutta che fa coro −
umide zolle della mia terra e libertà…

Nei giorni della prima aratura è nera sino all’azzurro
E disarmato ci si fonda il lavoro −
Mille cori di voci che corrono arate:
c’è qualcosa di sconfinato, si vede, in questi confini.

E tuttavia la terra è svista e testa di scure.
Non la ottieni supplicandola, non buttarti ai suoi piedi:
come un flauto che marcisce fa spalancare le orecchie,
come un clarinetto mattutino raggela l’udito…

Come fa piacere lo strato di grasso che arriva sul vomere,
com’è stesa la steppa nel rivangare di aprile!
Dunque salve, terra nera: sei forte, tutt’occhi…
Neroeloquente silenzio al lavoro.
OSIP MANDEL’STAM, TR. MAURIZIO CALUSIO

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