mercoledì 9 luglio 2008

O astemie rane,
o rabdomanti rane,
o macrocefale rane,
fate silenzio!
Non sentite la serenata
lunga dell’usignolo
laggiù dietro il fiorito brolo,
che sembra vomitare
un lungo interminabile filo d’oro,
simile a un ciarlatano sulla piazza
che si cava dalla bocca
una miracolosa ed infinita
tagliatella di carta colorata
fra la stupefazione dei villani?
Il cocomero giallo della luna
spunta di dietro ai pioppi:
Maccheroniche nuvole di cenere
volano per il cielo violetto.
Le ranocchie continuano a gridare.
Hanno l’aria di strane lavandaie
che sciacquano nella laguna
il vestito di notte della luna.
CORRADO GOVONI

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