domenica 13 luglio 2008

ULTIMA SOLITUDINE

Resterò come un sogno tra la solitudine e i giardini,
muto come il fiore,
puro come la dolce pupilla della luce.
Chiameranno i miei nomi i bimbi, nella sera.
Quanti anni avrà allora la luce, il canto?

Più non saprò il linguaggio del mio sangue.
Oh, che Adone senza lingua,
che cammina tra il silenzio della sera e l’aria
[della terra!
Un dolce e chiaro pianto, un fine pianto
come spada di pioggia,
uscirà da me nella stella che si chinerà sul mio petto.

Frutto e sapore d’ombra cadranno sulla mia bocca
Ingrandirà l’oblio sulla mia schiena nuda.
Cercherò nuova luce per illuminare la mia fronte.

Dio, sereno, starà costruendo i suoi astri…
mentre la solitudine mi allatta al suo seno.
LUIS HERNÁNDEZ AQUINO, TR. GIUSEPPE BELLINI

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