martedì 21 ottobre 2008

L'AUTUNNO DEL SOLITARIO

L’oscuro autunno rientra, colmo di frutti e di abbondanza,
ingiallito bollore di bui giorni estivi.
Un frutto azzurro esce da consunto involucro;
il suono degli uccelli risuona di antiche saghe.
Pigiato è il vino, il mite silenzio è colmo
di sommessa risposta e domande oscure.

E qui e là una croce sul deserto colle;
nel rosso bosco si smarrisce un gregge.
La nuvola vaga sopra lo stagno;
riposa del campagnolo il calmo gesto
lievissima sfiora l’azzurra ala della sera
un tetto di paglia secca, la terra nera.

Presto nidificano le stelle nei cigli di chi è stanco;
in fredde stanze rassegnazione quieta
e angeli escono quieti dagli azzurri
occhi degli amanti che più miti soffrono
Mormora il canneto assiso orrore assale
quando nera rugiada da salici spogli goccia.
GEORG TRAKL, TR. VERA DEGLI ALBERTI E EDUARD INNERKOFLER

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