ora il vento soffia tra l’erba, finalmente,
ed io che credevo breve il cammino,
che fosse facile con lo sguardo abbracciare la vita
m’accorgo che essa è illimitata e smarrita
un labirinto dove tutti i meandri si raddoppiano,
finché ogni possibile cammino ne ha un altro simile
il suo simile, che non si trova in nessun’epoca umana,
ma forse in un soprasensibile.
Quanti giorni perdiamo!
E per ognuno uno nuovo.
E’ con questa specie di segreto
che grandi matematici possono giocare.
Ed io non voglio giocare.
LARS GUSTAFSSON, TR. GIACOMO OREGLIO
giovedì 23 ottobre 2008
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