giovedì 12 marzo 2009

Questo mondo difficile
nel quale oggi si vive
con il dubbio perenne
di non sapere
che marca di sapone è il migliore,
quale squadra di calcio
vincerà il campionato,
o che attrice del cine
possiede tette più pubblicitarie,

questo orrendo frastuono
di tram che propagandano auto
e di auto che propagandano calze,
l’ansito caldo
dell’aspirapolvere del vicino
che incomincia a ronzare
quando il sonno è più dolce,
il latrato
dei cani di lusso che saltano sulle poltrone,
e la baruffa tra puttane, in un bar,
per soffiarsi un cliente,

infine tutta questa orribile
confusione di cartelli e di strilli,
il pandemonio pazzo
di cui alcuni vivono
senza lasciar vivere gli altri,
deve finire, finirà di cadere
come un muro in rovina
di un castello.
Fu opera degli uomini,
per mano degli uomini cadrà.

Però mi spiace, credetemi,
perdermi lo spettacolo,
affascinante e schietto,
di vedere il mondo
senza la sua mano di belletto
e di colori maligni,
senza calendari pieni di femmine
che mostrano le gambe
per annunciare
una marca di anice, un frigorifero,
o un nuovo meccanismo,
e ascoltare ancora
parole riscattate,
voci allegre, familiari, libere,
che non sembrino annunciatori,
o andare a passeggio per i campi
senza imbattersi
nei cartelloni della coca-cola
appesi alle muraglie
di una casetta al bordo del pensiero.

JOSE’ AUGUSTIN GOYTISOLO, TR. ADELE FACCIO

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