martedì 14 luglio 2009

E già tornato da Pisa a Triturrita
volgevo le pendule vele a una nitida Noto:
di colpo il cielo si lordò di nembi,
le nubi rotte spargevano raggi erranti.
Ci tratteremmo. Chi affronterebbe i flutti pronti
a rabbia
con un presagio così maligno di tempesta?
Passiamo il tempo degli ozi navali a caccia di fiere
nelle vicine selve, per muoverci un poco.
Il nostro ospite, alla villa, appresta le attrezzature
e cagne esperte a riconoscere gli odori delle tane.
Si abbatte in trappola e nelle reti, rada frode,
e cade, fulmine di zanne, un cinghiale:
tremendo, anche per il forte Meleagro,
tale da rompere la stretta di Ercole.
Risuona il corno per l'eco dei colli, allora,
torniamo, e i canti fanno leggera la preda.

RUTILIO NAMAZIANO, TR. ALESSANDRO FO

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