domenica 25 ottobre 2009

RICORDO

Con la ne non credo abbiano un senso
quei fiori bianchi su quel davanzale.
Tu però mi sorridi,
ad un tratto, così,
non foss'altro perché non so parlare
di ciò che certo, poi, non capirò.
So dire solo "ciglia",
e "neve", "sedia", "sole".
Ho le mani inadatte,
inadatte e lontane,
e la finestra è solo un volto bianco
disegnato in un bianco di betulla.
Tu, se li guardi, vedi, vedi,
ch'è dall'infanzia tua che così cade
la neve sui fanali.
Ci son neve, fanali,
da che sanno di te,
da che di te qualcuno ha la memoria.
E' bufera che ho visto
da qualche parte ancora;
l'ho già vista ed ho chiuso
alla bufera gli occhi.
Io le palpebrea strette ho già serrato,
pure cadono ancora queste bianche scintille,
cadono e tu non puoi
nulla su loro, nulla
su questo ininterrotto
loro bianco cadere.

GENNADIJ AGY, TR. ANGELO MICHELE PIEMONTESE E GIANROBERTO SCARCIA

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