Sempre e solo per te in me batteva
e quando uscvi tu lasciava vuoto
lo spazio e il tempo che lo rifaceva
vivo a ogni ritorno, al solo moto
delle tue ciglia, di quel passo leggero
che mi levava cieco e straziato
sospeso e moribondo, ormai straniero
alla stanza, dove mi ero interrato
e a tutto me stesso lasciato per terra
la terra di nessuno, il pavimento
come un caduto senza gloria e guerra.
Sempre ritorna, sentendo il rumore
della chiave che gira, lo sgomento
di te che resusciti il mio cuore.
ROBERTO MUSSAPI
giovedì 4 marzo 2010
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