giovedì 6 gennaio 2011

IL PIOPPO

Di notte, in mare, guardo l'albero,
cipresso inargentato:
ha detto il poeta Nedim.

C'era un poeta di Riazan, Esenin,
innamorato delle sue betulle,
candide, malinconiche ragazze.

Da quando vivo lontano da casa
un pioèppo freme in me, e piange
di tristezza e canta.

Come tutti gli alberi del bosco
il pioppo se ne resta sempre in piedi,
sta lì e aspetta.

In una calda giornata di luglio
rimira fino a sera la strada
e le casette del villaggio di Bursa.

Ogni notte fino all'alba,
il pioppo mi aspetta,
urlando alla porta del carcere.

Ehilà, pioppo, amico mio!
Testimone fedele dei nostri giorni,
delle speranze e dei pidocchi,

della vergogna e dei sacrifici,
della nostra secolare sventura
e dei nostri lavori nei campi!

Che senso c'è, mia cara patria,
nel mio amore per i pioppi,
a che serve, dolce patria, la mia lode?

Bagnando la sabbia col mio sudore rovente
non ho potuto un solo pioppop coltivare
sulla mia terra natia.

NAZIM HIKMET, TR. JOYCE LUSSU

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