Le cime impallidiscono:
langue la luna stanca
nel cielo solitario
che da levante, verso oriente, sbianca.
E angustioso un ululo
che sul vento s’accompagna,
di tanto in tanto lacera
il suono della placida campagna.
E’ il chiù: sente nell’aria
le penne dell’aurora
preannunzianti, trepide,
la gloria della luce ch’egli ignora.
E dal suo cieco carcere
la chiama fisso e strano,
col singhiozzo implacabile,
povero chiù!di chi singhiozza invano
GIOVANNI ALFREDO CESAREO
martedì 8 aprile 2008
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