Non so di te ombre più belle che
quelle delle tue membra assorte quando
nella penombra fatta di memorie
addormentatamente su di sé riposano.
Che una parola vibri nel tuo seno
come di mobili un secco crepitìo
dentro al pallore della vaga stanza,
s'è spezzato l'incanto, e non ritorni,
già la tua assenza adesso salecalma,
e, mormorante, sparge inumidendo
la sua arida spiaggia che s'imbeve,
mentre che fugacissime lanterne
rigano ansiose l'ombra che si scioglie.
JORGE DE SENA, TR. CARLO VITTORIO CATTANEO
venerdì 4 luglio 2008
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