mercoledì 5 novembre 2008

Al mondo che un sogno
dall’anima il corpo
separa, la nebbia
terra e luce scinde.

Tutto è strano e vago:
non suono nel vento,
palpito nell’acqua,
colore nel suolo.

A sé fatto estraneo
sai che ora attende
l’uccello tranquillo
sull’arido ramo?

Lungi, dietro un vetro,
una luce arde
già, e rende l’ora
più indecisa. Giace

la vita e tu, solo,
non morto, non vivo,
nel cuore ne senti
il battito lento.

Per questi suburbi
sordidi, perduto
vai, come il destino
degli uomini, vano.

E nel tuo pensiero
luce adesso di fede
cerchi mentre vince
la tenebra fuori.
LUIS DE CERNUDA, TR. FRANCESCO TENTORI MONTALTO

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