giovedì 6 novembre 2008

Fanciullo, io già non ero
come altri erano, né vedevo
come gli altri vedevano. Mai
derivai da una comune fonte
le mie passioni − né mai,
da quella stessa, i miei aspri affanni.
Né il tripudio al mio cuore
destavo in accordo con altri
Tutto quel che amai, io l’amai da solo.
Allora − in quell’età − nell’alba
d’una procellosa vita − fu derivato
da ogni più oscuro abisso di bene e male
il mistero che ancora m’avvince −
dai torrenti e dalle sorgenti −
dalla rossa roccia dei monti−
dal sole che d’attorno mi ruotava
nelle sere dorate tinte autunnali −
dal balenio in cielo
che daccanto mi guizzava −
e dalla nuvola che forma assumeva
(mentre era azzurro tutto l’altro cielo)
di un dèmone alla mia vista −
EDGAR ALLAN POE, TR. TOMMASO PISANTI

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