Febbre alle labbra senza fine gioielli
ogni sera all’ingresso sfarzoso dell’assenza
il mio più bell’oblio quello che t’incanta
resta immobile e fiero come una vecchia cicatrice
Il villaggio degli occhi chiusi riluce tra le foglie
che avrebbero potuto sgualcirti un freddo d’uccello
senza spettatori d’un uccello ruggine e avvicina
la leggenda dorata di un’eterna infanzia.
Eccoci dunque ridotti a uno scambio d’inverni
- depurati nel malinconico crogiolo dei cigni -
ondeggiando nella stessa matrice abbagliante delle notti
in quella gioia così viva che nasce dal confonder tutto.
JUAN LARREA, TR. VITTORIO BODINI.
venerdì 20 febbraio 2009
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