domenica 15 febbraio 2009

Quando minacciò l’ombra della fatale legge
un vecchiosogno, desiderio e male delle mie vertebre,
dolente di perire sotto le volte funebri
ha ripiegato la sua ala indubitabile in me.

Lusso, o sala d’ebano, dove a sedurre un re
si torcono nella morte celebrate ghirlande,
voi non siete che un orgoglio mentito dalle tenebre
agli occhi del solitario abbagliato dalla sua fede.

Sì, io so che remota da questa notte, la Terra
getta di un gran fulgore l’insolito mistero,
sotto i secoli sordidi che l’oscurano meno.

Lo spazio uguale a sé, che s’accresca o si neghi
ruota in questa noia di spazi vivi che attestano
che si è di un astro in festa illuminato il genio.

STÉPHANE MALLARMÉ, TR. MASSIMO GRILLANDI

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