Di nuovo giaccio su un letto d'ospedale.
Il foglio clinico parla chiaro:
ho 77 anni.
Solitario
e assoggettato.
La mia finestra
dà sul corso rumoroso e brulicante.
Non ne provo alcuna gioia.
La mano sensibile del dottore
palpa il mio corpo
quasi fosse un oggetto
di plastica.
L'unioco segno della realtà
è una coppia tubante di colombi
sul cornicione della casa accanto.
Qua dentro fa freddo.
Nel corridoio qualcuno emette acute grida
come un animale torturato.
LAJOS KASSAK, TR. ROBERTO RUSPANTI.
domenica 4 maggio 2008
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