domenica 4 maggio 2008

X (Sonetto di furtività e traversie)

Ieri, di maggio freddissimo vento
ondando di erbe in erbe, immoto io vidi,
scolorando erbe de le fronde i fidi
aspetti sconvolgendo il mutamento;

e pur era di luci acri lo stento
fin del folto nei più riposti nidi;
intime, angustie strisci sfaci stridi
orgasmi in cieca fuga, in cieco avvento −

e imprendibilità, come di plurime
serpi sospinte a traversie, di tossiche
invenzioni onde al niente si va appresso:

così quanto imprendibile a me stesso
a tutto, a tutti, com’è il tutto, io fossi,
furtività per dossi orme echi oscuri.
ANDREA ZANZOTTO

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