giovedì 24 gennaio 2008

Da IL MURALE

Vedo il cielo laggiù, a portata di mano,
e l'ala di una colomba bianca mi porta
a un'altra infanzia. Non sogno
di sognare. Ogni cosa è reale.
So che abbandono me stesso ...
e m'involo. Sarò ciò che diventerò
nell'ultimo firmamento. E ogni cosa è bianca,
il mare sospeso sul tetto di una bianca nube
e bianco il nulla nel cielo bianco dell'assoluto.
Sono e non sono stato. E sono solo, sul limitare
di questa bianca eternità. Giunto prima della mia ora,
non un angelo è apparso per dirmi:
"Che cos'hai fatto laggiù sulla terra?".
E non ho udito l'esultanza dei giusti,
né il lamento dei peccatori. Sono solo, nel biancore,
solo ...
Nulla mi addolora sulla soglia della resurrezione,
non il tempo né i sentimenti.
Non sento la leggerezza delle cose né il peso
dei tormenti. Non trovo a chi domandare:
Dov'è ora il mio dove? Dov'è la città
dei morti e io, dove sono? Non c'è il nulla,
qui, nel non-qui... nel non-tempo,
e non c'è esistenza.

Come se fossi già morto prima d'ora ...
So cos'è questa visione, so che
sto andando verso l'ignoto. Forse
in qualche luogo continuo a esser vivo
e so ciò che voglio.

Un giorno sarò un'idea. Nessuna spada la porterà
alla terra desolata, nessun libro...
Come pioggia su una montagna spaccata
allospuntare di un filo d'erba,
non vincerà la forza
né la giustizia smarrita.

MAHMUD DARWISH, TR.FAWZI AL-DELMI

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