mercoledì 23 gennaio 2008

IL SORRISO

Io non credo agli archeologi -

se tra qualche migliaio di anni,
su spiagge senza traccia d'uomo,
su rovine un tempo brulicanti di vita
raccoglieranno un osso seccato
- l'osso che è stato mio,
come potranno sapere che quell'osso
è bruciato nella furia delle fiamme del ventesimo secolo?

E chi potrà negli strati terrestri
trovare
le lacrime dei sacrificati
che hanno sofferto tutte le pene?
Quelle lacrime
son chiuse tra migliaia di sbarre di ferro,
ma c'è una sola chiave
che possa aprire quelle inferriate
e i coraggiosi innumerevoli che hanno voluto
[impadronirsi della chiave
sono tutti morti
sotto le armi dei guardiani

se si potesse raccogliere una di quelle lacrime
e nasconderla accanto al cuscino
più splendente più splendente
delle perle pescate nel profondo del mare
brillerebbe per l'eternità!

Non siamo stati tutti
nel nostro tempo
inchiodati sulla croce?
E questa croce
non è stat meno dolorosa
di quella del Nazareno.

Le mani dei nemici
ci hanno posto sulla testa la corona di spine
e le gocce di sangue rossocupo
che stillano dalle nostre pallide fronti lacerate
non arrivano a scrivere fino in fondo
il dolore e la collera dei nostri petti!

In realtà noi non dobbiamo nutrire eccessive speranze,
ma vorremmo che un giorno
gli uomini pensassero a noi
come si pensa agli antichi antenati
che lottarono contro le belve feroci.
Sul loro volto allora
sarà un sereno, un aperto sorriso -
anche se peccherà di leggerezza,
io sono pronto
per quel sorriso a donare la vita!
AI QING. TR. ANNA BUJATTI

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